User:Bukkia/sandboxIII: Difference between revisions
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La '''forma subordinata''' del verbo rappresenta una forma verbale che si utilizza nelle frasi subordinate. La forma base si forma cambiando la vocale finale nel seguente modo: | La '''forma subordinata''' del verbo rappresenta una forma verbale che si utilizza nelle frasi subordinate. La forma base si forma cambiando la vocale finale nel seguente modo:<br> | ||
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La forma subordinata svolge molte funzioni, tra cui quella di frase relativa. |
Revision as of 09:04, 13 June 2012
Paic [ˈpajk] fiume
Payc [ˈpajʧ] padre
Pajc [ˈpaʧ] strada
Paic → pæca [pæˈka]
Payc → pæjca [pæˈʧa]
Pajc → pajca [paˈʧa]
[aj] ai → [æ] æ
[oj] oi → [œ] œ
[uj] ui → [ʊ] ů
[ej] ei → [ɪ] î
[ʧ]: jc/yc
[ʤ]: jg/yg
[ʃ]: js/ys
[ʒ]: jz/yz
[ç]: jx/yx
[x]: h
[ɦ]: q
[ħ]: k
Tipologia linguistica
- Modello OVS
- Sintagma verbale: Oggetto-Verbo
- Sintagma nominale: Genitivo-Nome, Nome-Dimostrativo, Numerale-Nome, Frase relativa-Nome
- Sintagma adposizionale: Posposizioni
Assolutivo: / - (determinato: -e)
Ergativo: -a* (determinato: -ā)*
Obliquo: -în* (determinato: -īne)*
Assolutivo plurale: -u (det: -ū)*
Ergativo plurale: -ua* (det: -ūe)*
Obliquo plurale: -un (det: -ūn)*
Assolutivo | Payc | Payce | Paycu | Pæjcū |
Ergativo | Pæjca | Pæjcā | Pæjcua | Pæjcūe |
Obliquo | Pæjcîn | Pæjcīne | Paycun | Pæjcūn |
- Il padre guarda suo figlio: puidek leipa pæjcā
- Il padre corse: rodoih payce
leipa: vedere, guardare
rōnda: correre (perf: rodoih)
puid: figlio
Alcuni nomi modificano irregolarmente la radice all'ergativo ed all'obliquo.
- mir madre → mɶra
- qaz capo, leader → qosa
- Bul sole → Boula
- Rījs luna → Reysa
Desinenze possessive
io, noi | -[i]l |
tu, voi | -[i]v |
egli, loro | -[i]k |
qualcun altro | -[i]js |
Schema genitivo:
Si mette chi possiede al caso obliquo ed il posseduto prende la desinenza possessiva corrispondente:
- mɶrīne hrounek: madre[OBL-DET] casa[ASS-DET-SUA], la casa della madre
La forma base, imperfettiva, termina in qualsiasi vocale.
La forma perfettiva si costruisce aggiungendo la desinenza -Vih. La vocale cambia a seconda della vocale che sostituisce: /a/ → /o/, /i/ → /u/, /o/ → /e/, /u/ → /œ/, mentre /e/ si dittonga in /ei/ quindi la desinenza diventa -eīh. La desinenza è tonica e quindi eventuali dittonghi vengono ridotti. Alcuni perfettivi presentano radici irregolari.
- leipa vedere → lîpoih
- tome prendere → tomeīh
- rōnda correre → rodoih
- uyso scrivere → uējsaih
- l'uomo scrive una lettera: uīsol uyso zekā
- l'uomo sta scrivendo: uyso zeke
Pronomi personali:
I pronomi personali possiedono una forma di plurale:
- io: ass: læ, erg: lā, obl: luī
- tu: ass: væ, erg: vā, obl: vuī
- egli/essa: ass: kæ, erg: kā, obl: kuī
- noi: ass: le, erg: lea, obl: luie
- voi: ass: ve, erg: vea, obl: vuie
- essi: ass: ke, erg: kea, obl: kuie
- hai visto la strada?: pajce lîpoih qe vā?
- dove vai?: ome vajmu qe væ?
- vaimu andare (væmœih)
La struttura ergativo-assolutiva è più complicata della struttura nominativo-accusativa, in quanto non tutti i nomi possono prendere la desinenza ergativa, dato che in realtà non corrispondono al reale agente dell'azione:
- La chiave non apre la porta: Glæjcīne tareme pumat (chiave.OBL.DET porta.ASS.DET. aprire.NEG):
La parola chiave non va al caso ergativo perché, nonostante sia in italiano il soggetto del verbo, non è il reale agente dell'azione, dato che una chiave non è in grado, in quanto oggetto, di agire da sé, ma è in realtà lo strumento con cui qualcuno apre la porta. Perciò va in caso obliquo, mentre la porta è all'assolutivo. Il soggetto viene lasciato sottinteso. In pratica la frase è una variante della frase:
- La porta non si apre: Tareme pumat (porta.ASS.DET. aprire.NEG)
quindi: Glæjcīne tareme pumat → la porta non si apre con la chiave.
L'utilizzo della struttura ergativa inoltre provoca delle differenze nella sintassi. In particolare si rileva una discrepanza quando si accostano nella frase due verbi, uno transitivo ed uno intransitivo:
- Puidek lîpoih pæjcā me væmœih: a prima vista la frase può essere tradotta Il padre vide suo figlio e se ne andò, ma in realtà non è così. Questa frase deve essere tradotta Il padre vide suo figlio ed il figlio se ne andò. Infatti dato che il caso assolutivo è quello base, è l'unico che può essere omesso se la parola coinvolta concorda nelle due frasi. Nel caso di verbi di transitività diversa tuttavia l'omissione indica che il verbo non si riferisce al soggetto del verbo precedente. Per tradurre una frase come Il padre vide suo figlio e se ne andò, è necessario esprimere il pronome: Puidek lîpoih pæjcā me væmœih kā. L'espressione del pronome indica che l'argomento della frase in assolutivo, non è il medesimo argomento in assolutivo della frase precedente.
La forma negativa del verbo all'imperfettivo si costruisce aggiungendo -t alla forma positiva, mentre la desinenza del perfettivo diventa -Vyc, seguendo le regole di formazione della forma positiva.
- Il padre non vide suo figlio e non se ne andò: Puidek lîpoyc pæjcā me væmœyc kā
- mol giorno
- pæmolijc il giorno dopo, domani
I verbi possiedono un modo volitivo o intentivo, che esprime la volontà o il desiderio di eseguire o di portare a termine la data azione:
- uīsol uyso zekā l'uomo scrive una lettera
- uīsol uysom zekā l'uomo vuole scrivere una lettera, l'uomo ha intenzione di scrivere una lettera
In questo caso può essere usato con un senso di futuro, specialmente se accompagnato con avverbi di tempo.
- uīsol pæmolijc uysom zekā l'uomo ha intenzione di scrivere una lettera domani → l'uomo scriverà una lettera domani
La forma perfettiva del volitivo si costruisce con -Vnk, però esprime un concetto leggermente diverso:
- uīsol uējsaink zekā l'uomo vuole finire di scrivere una lettera, l'uomo vuole scrivere una lettera intera
La forma negativa si forma all'imperfettivo suffissando -nt ed al perfettivo -Vnjc.
Non esistono aggettivi in senso lato. Le forme che descriveremmo come aggettivi sono in realtà verbi indipendenti.
- breica: forte
- breica zeke: l'uomo è forte
- breicam zeke: l'uomo vuole essere forte
Cambiando il verbo/aggettivo al perfettivo, si ottiene il senso di "diventare" + il significato dell'aggettivo.
- brîcoih zeke: l'uomo è diventato forte
- brîconk zeke: l'uomo vuole essere/diventare forte
Usando un soggetto al caso ergativo ed un oggetto al caso assolutivo, il verbo prende il significato di "rendere, fare" + il significato aggettivale di base.
- hrounek breica zekā: l'uomo rende forte casa sua
Per alcune parole sopravvive un'antica forma di caso locativo, che funziona sia per lo stato che per il moto a luogo:
- hroun: casa - hrounajs in casa/a casa
- lail: città - lælajs in città
- voys: mare - vœjsajs al mare/in mare
- hrounajs vaimu læ: vado a casa
- ruysi lailel: la mia/nostra città è grande
- Rōm růjsuih Cæsara: Cesare rese grande Roma
Suffissi determinativi ed indeterminativi.
-ajga: vicinanza a chi parla (questo)
-aika: lontananza da chi parla (quello)
Questi due suffissi, detti determinativi, devono essere usati con i sostantivi alla forma determinata.
- uīsole-aika uējsaih zekā: l'uomo ha scritto quella lettera
- laile-ajga donu mɶrāl: a mia madre piace questa città
I seguenti suffissi invece, detti indeterminativi, si aggiungono alla forma indeterminata del sostantivo.
-eto: nessuna quantità/tipo (nessun)
-avjsi: intera quantità, intero numero (tutto, tutti)
-ojzu: tutte le singole unità (ogni)
-uqi: una certa quantità (qualche)
Con questi suffissi, agganciati a parole riferenti a determinati significati, si possono formare l'equivalente dei nostri pronomi indefiniti.
- mur luogo, posto →
- mur-ojzu: dovunque, in ogni posto
- mur-avjsi: da tutte le parti
- mur-uqi: da qualche parte
- mur-eto: da nessuna parte
- sayc persona, essere umano
- sayc-ojzu: chiunque, ognuno
- sayc-avjsi: tutti
- sayc-uqi: qualcuno
- sayc-eto: nessuno
Altre parole:
- krol donna (krůla)
- uinu nascere
- jzino essere libero
- nen fratello (næna)
- kaiku costruire
Alcune posposizioni:
- jsu con
- luode fra
hrounajs vaimu læ nænīnel jsu vado a casa con mio fratello
I numeri sono a base 12:
Cifra | Unità | x 12 | Verbo ordinale |
1 | œp | ubavjs | ruenu |
2 | moq | mokavsj | můknu |
3 | dær | dravjs | drenu |
4 | prayc | præjcavjs | præjcnu |
5 | māk | mākavjs | māknu |
6 | lēp | lēpavjs | lēpnu |
7 | œleip | œleipavjs | œleipnu |
8 | moleip | moleipavjs | moleipnu |
9 | dred | dredavjs | drednu |
10 | sæyc | sæycavjs | sæycnu |
11 | jzōp | jzōbavjs | jzōpnu |
12 | ævjses | ruop | ævjsesnu |
Con la presenza del numero il nome non va al plurale:
- hroun kaiku māk sæjca cinque uomini costruiscono una casa casa[SING-ASS] costruire cinque uomo[SING-ERG]
I numeri composti si formano con il semplice accostamento dei numeri.
- œleipavsj dær 87 [12x7 + 3]
- jzōbavsj moleip 140 [12x11 + 8]
La forma subordinata del verbo rappresenta una forma verbale che si utilizza nelle frasi subordinate. La forma base si forma cambiando la vocale finale nel seguente modo:
a → æ
e → i
i → oi
o → ů
u → uo
e aggiungendo la desinenza -r. Inoltre la desinenza è tonica ed eventuali dittonghi si riducono come di norma:
leipa → lîpær
Le altre forme aggiungono desinenze differenti, mantenendo le stesse modificazioni della radice:
- perfettivo: + -rīh
- negativo imperfettivo: + -rt
- negativo perfettivo: + -ryc
- volitivo imperfettivo: + -rîm
- volitivo imperfettivo negativo: + -růnt
- volitivo perfettivo: + -rînk
- volitivo perfettivo negativo: + -růnjc
La forma subordinata svolge molte funzioni, tra cui quella di frase relativa.