User:Bukkia/sandboxIII: Difference between revisions

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* hroun: ''casa'' - hrounajs ''in casa''
* hroun: ''casa'' - hrounajs ''in casa''
* lail: ''città'' - lælajs ''in città''
* lail: ''città'' - lælajs ''in città''
* voys: ''mare'' - vœjsajs ''al mare''/''in mare''

Revision as of 11:57, 31 May 2012

Paic [ˈpajk] fiume
Payc [ˈpajʧ] padre
Pajc [ˈpaʧ] strada

Paic → pæca [pæˈka]
Payc → pæjca [pæˈʧa]
Pajc → pajca [paˈʧa]

[aj] ai → [æ] æ
[oj] oi → [œ] œ
[uj] ui → [ʊ] ů
[ej] ei → [ɪ] î

[ʧ]: jc/yc
[ʤ]: jg/yg
[ʃ]: js/ys
[ʒ]: jz/yz
[x]: h
[ɦ]: q
[ħ]: k

Assolutivo: / - (determinato: -e)
Ergativo: -a* (determinato: -ā)*
Obliquo: -în* (determinato: -īne)*

Assolutivo plurale: -u (det: -ū)*
Ergativo plurale: -ua* (det: -ūe)*
Obliquo plurale: -un (det: -ūn)*

Assolutivo Payc Payce Paycu Pæjcū
Ergativo Pæjca Pæjcā Pæjcua Pæjcūe
Obliquo Pæjcîn Pæjcīne Paycun Pæjcūn
  • Il padre guarda suo figlio: puidek lejpa pæjcā
  • Il padre corse: rodoih payce

lejpa: vedere, guardare
rōnda: correre (perf: rodoih)
puid: figlio

Desinenze possessive

io, noi -[i]l
tu, voi -[i]v
egli, loro -[i]k
qualcun altro -[i]js

Schema genitivo:
Si mette il posseduto al caso obliquo ed il possessore prende la desinenza possessiva corrispondente:


La forma base, imperfettiva, termina in qualsiasi vocale.

La forma perfettiva si costruisce aggiungendo la desinenza -Vih. La vocale cambia a seconda della vocale che sostituisce: /a/ → /o/, /i/ → /u/, /o/ → /e/, /u/ → /œ/, mentre /e/ si dittonga in /ei/ quindi la desinenza diventa -eīh. La desinenza è tonica e quindi eventuali dittonghi vengono ridotti. Alcuni perfettivi presentano radici irregolari.

  • leipa vedere → lîpoih
  • tome prendere → tomeīh
  • rōnda correre → rodoih
  • uyso scrivere → uējsaih
  • the man write a letter: uīsol uyso zekā
  • the man is writing: uyso zeke

Pronomi personali: I pronomi personali possiedono una forma di plurale:

  • io: ass: , erg: , obl: luī
  • tu: ass: , erg: , obl: vuī
  • egli/essa: ass: , erg: , obl: kuī
  • noi: ass: le, erg: lea, obl: luie
  • voi: ass: ve, erg: vea, obl: vuie
  • essi: ass: ke, erg: kea, obl: kuie
  • hai visto la strada?: pajce lîpoih qe vā?
  • dove vai?: ome vajmu qe væ?
  • vajmu andare (væmœih)

La struttura ergativo-assolutiva è più complicata della struttura nominativo-accusativa, in quanto non tutti i nomi possono prendere la desinenza ergativa, dato che in realtà non corrispondono al reale agente dell'azione:

  • La chiave non apre la porta: Glæjcīne tareme pumat (chiave.OBL.DET porta.ASS.DET. aprire.NEG):

La parola chiave non va al caso ergativo perché, nonostante sia in italiano il soggetto del verbo, non è il reale agente dell'azione, dato che una chiave non è in grado, in quanto oggetto, di agire da sé, ma è in realtà lo strumento con cui qualcuno apre la porta. Perciò va in caso obliquo, mentre la porta è all'assolutivo. Il soggetto viene lasciato sottinteso. In pratica la frase è una variante della frase:

  • La porta non si apre: Tareme pumat (porta.ASS.DET. aprire.NEG)
    quindi: Glæjcīne tareme pumat → la porta non si apre con la chiave.

L'utilizzo della struttura ergativa inoltre provoca delle differenze nella sintassi. In particolare si rileva una discrepanza quando si accostano nella frase due verbi, uno transitivo ed uno intransitivo:

  • Puidek lîpoih pæjcā me væmœih: a prima vista la frase può essere tradotta Il padre vide suo figlio e se ne andò, ma in realtà non è così. Questa frase deve essere tradotta Il padre vide suo figlio ed il figlio se ne andò. Infatti dato che il caso assolutivo è quello base, è l'unico che può essere omesso se la parola coinvolta concorda nelle due frasi. Nel caso di verbi di transitività diversa tuttavia l'omissione indica che il verbo non si riferisce al soggetto del verbo precedente. Per tradurre una frase come Il padre vide suo figlio e se ne andò, è necessario esprimere il pronome: Puidek lîpoih pæjcā me væmœih kā. L'espressione del pronome indica che l'argomento della frase in assolutivo, non è il medesimo argomento in assolutivo della frase precedente.

La forma negativa del verbo all'imperfettivo si costruisce aggiungendo -t alla forma positiva, mentre la desinenza del perfettivo diventa -Vyc, seguendo le regole di formazione della forma positiva.

  • Il padre non vide suo figlio e non se ne andò: Puidek lîpoyc pæjcā me væmœyc kā
  • mol giorno
  • pæmolijc il giorno dopo, domani

I verbi possiedono un modo volitivo o intentivo, che esprime la volontà o il desiderio di eseguire o di portare a termine la data azione:

  • uīsol uyso zekā l'uomo scrive una lettera
  • uīsol uysom zekā l'uomo vuole scrivere una lettera, l'uomo ha intenzione di scrivere una lettera

In questo caso può essere usato con un senso di futuro, specialmente se accompagnato con avverbi di tempo.

  • uīsol pæmolijc uysom zekā l'uomo ha intenzione di scrivere una lettera domanil'uomo scriverà una lettera domani

La forma perfettiva del volitivo si costruisce con -Vnk, però esprime un concetto leggermente diverso:

  • uīsol uējsaink zekā l'uomo vuole finire di scrivere una lettera, l'uomo vuole scrivere una lettera intera

La forma negativa si forma all'imperfettivo suffissando -nt ed al perfettivo -Vnjc.

Non esistono aggettivi in senso lato. Le forme che descriveremmo come aggettivi sono in realtà verbi indipendenti.

  • breica: forte
  • breica zeke: l'uomo è forte
  • breicam zeke: l'uomo vuole essere forte

Cambiando il verbo/aggettivo al perfettivo, si ottiene il senso di "diventare" + il significato dell'aggettivo.

  • brîcoih zeke: l'uomo è diventato forte
  • brîconk zeke: l'uomo vuole essere/diventare forte

Usando un soggetto al caso ergativo ed un oggetto al caso assolutivo, il verbo prende il significato di "rendere, fare" + il significato aggettivale di base.

  • hrounek breica zekā: l'uomo rende forte casa sua

Per alcune parole sopravvive un'antica forma di caso locativo:

  • hroun: casa - hrounajs in casa
  • lail: città - lælajs in città
  • voys: mare - vœjsajs al mare/in mare